Terapia breve strategica costi

Quanto costa la terapia breve strategica?

Quanto costa è una delle domande che più spesso mi fanno i miei clienti, ma spesso questa domanda è posta male: non mi viene infatti richiesto un preventivo sulla risoluzione di un disturbo, ma mi viene chiesto il costo di ogni singola seduta.

Purtroppo, probabilmente per una questione culturale, c’è sempre un po’ di imbarazzo nel chiedere ad un professionista il costo di un servizio e d’altra parte in diversi casi c’è poca chiarezza anche quando questi costi vengono comunicati.

È per questo che ho deciso di scrivere questo articolo: per poter aiutare chi cerca una soluzione al proprio problema ad orientarsi nel complicato mondo dei costi dei servizi di psicologia.

Sono da considerare diversi elementi per poter parlare di costi della psicoterapia in maniera chiara:

Durata del trattamento: le singole visite possono essere considerate come delle ‘rate’ che paghiamo per risolvere il nostro problema, se hai mai acquistato qualcosa a rate conosci bene questa situazione, ti viene proposto un prodotto, ad esempio un televisore di ultima generazione, e ti viene detto che puoi pagarlo solo 99 euro al mese, oppure l’auto dei tuoi sogni a soli 599 euro al mese, bene, immagino che tu ti sarai chiesto, prima di firmare il contratto, per quanto tempo avresti dovuto pagare queste rate, giusto?
Questo è un aspetto che è considerato quasi un tabù nella mia professione, e sicuramente è un dato difficile da stimare, pertanto viene generalmente liquidato dicendo che non è possibile stabilirlo a priori e che si valuterà man mano al procedere del trattamento.

OBBLIGO DI PREVENTIVO

Per fortuna, il legislatore ha di recente inserito l’obbligo di preventivo anche per gli psicologi: quando sceglierai un professionista, sebbene non possa esserci garanzia del risultato, questo sarà obbligato a darti una stima del costo totale che dovrai affrontare per risolvere il tuo problema.

Grazie a questa recente introduzione potrai prendere una decisione consapevole, sia per quanto riguarda la tua salute, sia per il tuo portafoglio.

Ricorda: ricevere un preventivo è un tuo diritto e chi non lo rilascia sta semplicemente violando un obbligo di legge, oltre ad approfittare della tua posizione di vulnerabilità.

I DOCUMENTI DA FIRMARE

Durante la prima visita con uno psicologo infatti, oltre al consenso informato al trattamento dei tuoi dati e al contratto di presa in carico in cui sottoscrivete degli obblighi reciproci, dovrai ricevere e sottoscrivere anche il preventivo di spesa che dovrà contenere il numero totale di incontri previsto, il costo per ogni incontro e anche il costo totale che dovrai sostenere, in modo che tu possa essere sicuro che non ci siano altre spese non dichiarate (che comunque generalmente non ci sono).

Ricorda: quando vai da uno psicologo, in prima seduta, oltre ovviamente alla fattura relativa alla seduta pagata, dovrà consegnarti copia del contratto che hai firmato, dandoti ovviamente il tempo di leggerlo e nel caso qualcosa non fosse chiaro ti dovrà spiegare in altri termini quanto scritto sul contratto.

QUANTE VISITE AL MESE?

Oltre alla durata c’è da considerare la frequenza delle visite: forse non lo sai, ma esistono differenti ‘setting’, o consuetudini, riguardo la frequenza delle visite, quella più diffusa è probabilmente la frequenza di 1 volta a settimana, ma esistono setting che fanno da 3 volte a settimana fino a 1 volta ogni 2 settimane o ancora meno.
Facciamo degli esempi:
se una visita costa 60 euro la tua spesa mensile sarà, in base alla frequenza:
720€ con tre visite a settimana
480€ con due visite a settimana
240€ con una visita a settimana
120€ con una visita ogni due settimane

Le differenze sono notevoli, vero?
È per questo che rispondere alla domanda “quanto costa una visita” senza aver prima preso in considerazione gli altri fattori può trarre in inganno chi sta cercando di orientarsi in questo mondo: immagina di contattare due professionisti che ti sembra possano fare al caso tuo e di chiedergli solo il costo della visita, il primo ti risponde 60 euro, il secondo 90 euro, potresti pensare che il secondo ti costerebbe molto più del primo se non approfondisci gli altri fattori, infatti se il primo prevede due visite a settimana, come abbiamo visto dallo schema precedente ti costerà 480€ al mese, mentre il secondo, se prevedere una visita ogni due settimane, costerà 180€ al mese.

È chiaro che non voglio dire che bisogna scegliere semplicemente il professionista più a buon mercato, ma se sei su questa pagina è perché l’aspetto economico è un fattore che non si può ignorare ed è bene che tu prenda in considerazione tutte queste informazioni senza fermarti semplicemente alla domanda ‘quanto costa?’.

QUANTO COSTA NON CURARSI?

Ma c’è un’altra domanda che riguarda il costo ed è un costo ‘nascosto’ che solo raramente viene preso in considerazione.

Prendiamo ad esempio un disturbo da attacchi di panico per stimare i costi di non seguire un trattamento psicologico adeguato.

Il disturbo da attacchi di panico, proprio per la sua specifica natura, comporta una serie di sintomi che ti portano a sostenere dei costi extra o che non ti consentono di guadagnare quanto potresti guadagnare: dovresti tenere conto di questi costi quando valuti il costo di un percorso psicologico che ti porterà a risolvere il problema.

Ti farò qui degli esempi concreti di quanto può costare soffrire di attacchi di panico (ma purtroppo temo che tu già lo sappia).

Maurizio e la paura del dentista:

Maurizio è un uomo di 35 anni, ha paura del dentista e nonostante dei piccoli fastidi ai denti e un’aumentata sensibilità al caldo e al freddo non riesce proprio a recarsi dal dentista per vedere di cosa si tratta, dopo 5 mesi si sveglia durante la notte con un tremendo dolore ad un molare, si rivolge al medico di base che rileva un ascesso purulento al molare, gli indica quindi di rivolgersi al dentista per risolvere il problema, Maurizio bloccato dalla sua paura lascia trascorrere altre due settimane di atroci dolori, difficoltà nel parlare, febbre alta, finchè, stremato, non decide di affrontare le sue paure, la paura durante l’operazione è alta, ma dopo l’anestesia il dolore scompare, purtroppo le radici del molare sono compromesse e il dentista dovrà procedere ad una devitalizzazione.

Durante la normale visita il dentista si accorge che altri due molari di Maurizio hanno delle piccole carie che basterebbe otturare per poter consentire a Maurizio di stare tranquillo per un bel po’ di tempo e non rischiare nuovamente un’infezione della polpa dentale con conseguente ascesso e il ripresentarsi di tutti i sintomi, gli propone quindi di fissare un altro appuntamento per questa nuova operazione, decisamente meno invasiva di una devitalizzazione e anche molto più economica (per un intervento di devitalizzazione sono necessari circa 400 euro, mentre per una carie non profonda ne bastano 100), Maurizio però spaventato dal dover tornare dal dentista salta quell’appuntamento e trascorre l’anno successivo senza preoccupazioni, fino a che non sente di nuovo quel fastidio particolare quando beve un bel caffè bollente oppure mangia un bel gelato, a quel punto, spaventato da quel che ormai ha capito essere l’inevitabile esito del suo aver paura del dentista, decide di affrontare le sue paure e fissa un nuovo appuntamento con il suo dentista, il giorno stesso dell’appuntamento mentre si accinge ad andare presso lo studio odontoiatrico, Maurizio ha un attacco di panico e deve cancellare il suo appuntamento.

Parla della cosa ad un suo amico che gli suggerisce di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare questo problema, Maurizio mi contatta e in pochi incontri la paura della paura, tipica di chi soffre di attacchi di panico, viene superata, si affronta quindi l’aspetto della paura specifica del dentista e, utilizzando le strategie tipiche di queste situazioni, in meno di 10 incontri Maurizio è stato in grado di prendere un nuovo appuntamento con il suo dentista e, questa volta, è riuscito ad affrontare la situazione, evitando sia un nuovo attacco di panico, sia di far precipitare la sua salute orale.

Maria e la paura dei mezzi pubblici:
Maria è una donna di 51 anni e ha paura di prendere i mezzi pubblici, evita autobus, tram e metropolitana, non le piacciono nemmeno i treni, ma quello non lo considera un problema.
Maria lavora a 15 km da casa e ogni giorno va a lavoro in auto, percorre 15 km, parcheggia in un garage convenzionato dove paga 10 euro al giorno e poi ritorna a casa percorrendo altri 15 km nel caotico traffico di Napoli, certo, Maria abita in pieno centro e potrebbe fare lo stesso percorso in metropolitana in appena 25 minuti, deve invece trascorrere 2 ore al giorno nel traffico tra andata e ritorno per andare a lavoro, ma la paura di prendere la metropolitana è troppo forte. Un lunedì mattina mentre trascorre la sua solita ora nel traffico per raggiungere il luogo di lavoro, Maria si sente strana, è come se avesse le vertigini, delle vampate di calore, comincia a sudare freddo e ha la vista annebbiata, Maria si spaventa e chiama un’ambulanza, viene soccorsa e una volta portata al pronto soccorso le spiegano che è stata vittima di un attacco di panico.
Come è tipico Maria sviluppa anche la paura di guidare e questo le impedisce di andare al lavoro, solo a questo punto decide di cercare una soluzione al suo problema, cerca uno specialista su internet e trova la mia pagina, in meno di 10 incontri Maria è tornata ad essere in grado di guidare, ma questo non le è più così fondamentale, perché allo stesso tempo è stata in grado di affrontare la sua paura per i mezzi pubblici e ora al lavoro ci va in metropolitana, arrivando prima, con meno stress e risparmiando tantissimi soldi.
Dato che qui si parla di costi vediamo quanto è costato questo disturbo a Maria:
per andare a lavoro oggi Maria spende di metropolitana 300 euro di abbonamento l’anno
per 30 anni per andare a lavoro Maria ha speso (calcolando l’equivalente in denaro attuale) 13 euro al giorno, che su base annuale sono 3250 euro, quindi 2950 euro l’anno in più, che moltiplicati per i 30 anni sono un totale di 88.500 euro, tutto questo senza considerare il tempo sprecato nel traffico.

Luca e la paura dei luoghi chiusi:
Luca ha 53 anni e da quando ha finito la scuola superiore ha una forte ansia nello stare nei luoghi chiusi, sviluppando man mano un disturbo completamente invalidante. Luca non è riuscito a tenere un lavoro per più di 1 mese di fila, la sua sensazione di paura gli impedisce di restare sul posto di lavoro ed è talmente forte che ha preferito licenziarsi da ogni lavoro che è riuscito a trovare.
Luca non è il tipo che si arrende e nonostante tutte le difficoltà ha continuato a cercare un modo per uscire da questa situazione, continuava a fare colloqui di lavoro e veniva assunto, ma ogni volta si ripeteva il copione sempre allo stesso modo: nei primi giorni si forzava nell’andare al lavoro, ma poi inesorabilmente cedeva alla pressione della paura e si licenziava. Luca è andato avanti così per 35 anni. Parlando con il suo medico di base Luca fu indirizzato da me per un colloquio diagnostico, appurato che il caso fosse di mia competenza abbiamo cominciato da subito a lavorare su tutto quello che per 35 anni ha fatto per risolvere il suo problema e che invece di aiutarlo lo aveva imprigionato ancora di più. Fatto questo Luca dopo meno di 10 visite in circa 5 mesi di tempo, è riuscito a trovare un nuovo lavoro che ora, a distanza di oltre un anno, porta avanti senza alcuna difficoltà. Ma quanto è costato a Luca il suo disturbo da attacchi di panico? Facciamo due conti: uno stipendio medio oggi si aggira attorno ai 1100 euro mensili, senza voler considerare gli inevitabili scatti di anzianità che ci sarebbero stati in 35 anni di carriera (e senza considerare i contributi che avrebbe versato) possiamo considerare un totale di 462 mila euro totali.

Ora sarebbe impossibile elencare tutti i casi possibili, ma ci tengo a precisare che questi non sono numeri messi lì a caso, ma stime fatte su casi che ho personalmente seguito e accompagnato fino alla completa risoluzione, ovviamente per preservare la privacy delle persone coinvolte i nomi e le storie sono stati modificati.

È importante, quando si vuole effettuare una scelta consapevole, valutare anche tutti questi aspetti e non solo il ‘quanto costa la singola visita’.

Veniamo quindi alla risposta alla domanda “quanto costa” la terapia breve strategica.

La terapia breve strategica consente la risoluzione della maggior parte dei casi trattati in 10 visite.

Le visite sono previste ogni 14 giorni, per cui sono 2 visite al mese nella fase iniziale, per diventare poi più distanti col passare del tempo, mediamente le 10 visite sono distribuite in 6/12 mesi.

Il costo di ogni visita (che ha una durata variabile) è di 90 euro che, moltiplicata per le 10 visite generalmente previste fanno un totale di 900 euro, che diviso per i 6 mesi che in genere servono sono 150 euro al mese.

Questi sono i valori medi, ovviamente è possibile che serva un po’ meno tempo o un po’ di più per risolvere il tuo problema specifico, ma l’accordo iniziale prevede una verifica dopo le prime 10 visite: se in quel momento la situazione sarà invariata sarò io a dirti che non sono in grado di aiutarti e non andremo oltre, se invece la situazione sarà risolta del tutto o in buona parte termineremo lì oppure faremo qualche altra visita di controllo per portare il caso a completa risoluzione.

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